Notizie > Lettera aperta del Presidente Paolo Ragusa sul tema dell'immigrazione

30/08/2014

 

Lettera aperta sul tema immigrazione: con capacità di visione anche la disperazione può trasformarsi in speranza!

In queste ultime settimane si registrano numerose prese di posizioni di autorevoli esponenti politici ma anche di importanti testate giornalistiche nazionali che esprimono un forte pregiudizio ideologico, spesso al limite della intolleranza, verso l’attività di accoglienza dei migranti. In questi giudizi viene sempre oscurato il merito e la generosità degli italiani, ma dei siciliani in particolare, che sono i veri protagonisti di questa straordinaria esperienza di umana solidarietà, testimoniata dai dati ONU che certificano  108.172 arrivi via mare sulle coste italiane da gennaio 2014 a tutt’oggi.

Ma a sbalordire è sempre di più la miopia di certa politica e di determinata stampa che contrappone l’attività di accoglienza dei migranti allo sviluppo, insinuando quasi che sia il fenomeno migratorio a inibire la ripresa economica del nostro Paese.

Invece, mentre i tradizionali settori produttivi della nostra economia versano in una profonda crisi, magari anche per responsabilità degli stessi politici che oggi ne denunciano il tracollo, le persone e le comunità locali spesso trovano sostegno solo nell’economia delle relazioni umane. 

Infatti le risorse destinate dallo Stato, attingendo in maniera significativa a fondi europei, alla ospitalità dei migranti non vengono assorbite dagli stessi ma alimentano una nuova “industria dell’accoglienza” che oltre a garantire la dignità della persona umana, quale prioritaria e irrinunciabile missione, oggi concorre al mantenimento del PIL (chi denigra parla di un punto percentuale) e crea nuovi posti di lavoro che possono avere anche una loro prospettiva, oltre l’emergenza immigrazione e dentro l’orizzonte di un nuovo benessere sociale diffuso.

In questo contesto la cooperazione sociale, che oggi si mette al servizio del sistema nazionale di accoglienza del Paese, vuole esprimere una propria capacità di visione (quella che la politica ha smarrito!) non  limitandosi a leggere i fenomeni umani solo in termini contingenti.

Per quanto il fenomeno migratorio non appaia di sicuro a breve scadenza, anche in ragione dei conflitti che sempre più violentemente incendiano il pianeta, l’impegno della“macchina della solidarietà” in moto in Italia non è a scadenza. Dobbiamo assumere tutti la consapevolezza che ogni giorno, insieme all’attività’ di accoglienza e di integrazione dei migranti, in Sicilia e in Italia, cresce un grande patrimonio di uomini e di professionalità  che rappresentano una straordinaria risorsa per il sistema di welfare della nostra regione e del nostro Paese, sia per l’oggi che per il domani. Quando l’economia italiana ritornerà a crescere, a prescindere dalla dimensione degli scambi migratori, ci saranno più’ risorse da destinare al sistema di protezione sociale nazionale. In quel momento servirà mobilitare tutti i soggetti capaci di prendersi cura delle persone più’ fragili che magari, attualmente, vengono privati di alcuni fondamentali diritti di cittadinanza per mancanza di risorse pubbliche. Allora in quel momento, dato che non potrà mai esserci sviluppo economico senza coesione sociale, saranno chiamati in causa coloro che oggi sono i professionisti dall’accoglienza dei migranti e magari domani verranno riqualificati come operatori di prossimità vicino agli anziani, ai minori, ai disabili, ai senza fissa dimora, etc…

Nel panorama italiano l’esperienza di Mineo e del Calatino rappresenta una vera eccellenza perché intorno alla più importante infrastruttura sociale d’Europa destinata ai richiedenti asilo, la classe dirigente del territorio, ha costruito un sistema territoriale di accoglienza integrata, fatta di CARA, di SPRAR, progetti FER, che oltre a garantire elevati standard di ospitalità ha trasformato un potenziale problema in un’opportunità sia sul piano umano che su quello dello sviluppo locale. Addirittura oggi, ben lontani dalle logiche dell’emergenza, attraverso l’esperienza di numerosi laboratori ed eventi artistici, dal “Teatro Mediterraneo” al concerto di Mario Venuti, la storia dell’accoglienza in questo territorio esce fuori dalla cornice della disperazione e della sofferenza ma lascia sempre più una traccia indelebile di arte, musica, teatro e cultura.

Infine, rincuorati dal fatto che finalmente l’Unione Europea si farà carico di garantire il controllo delle frontiere nel Mediterraneo con l’operazione “Frontex Plus”, non sarà mai inutile ricordare che oggi l’Italia è un esempio che tutto il mondo dovrebbe imitare, dato che utilizza le proprie forze armate per salvare e non per togliere la vita! Il nostro Paese sta combattendo da solo nel Mar Mediterraneo quella che l’Osservatore Romano ha definito una “silenziosa guerra” e ha salvato con l’operazione “Mare Nostrum” circa 120.000 vite umane. Al governo italiano, al Ministro Angelino Alfano e alla Marina Militare andrebbe certamente riconosciuto il premio Nobel per la pace!

 Il Presidente

Paolo Ragusa

 

 

 

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